Correva l'anno 1656 in Sardegna imperversava la peste. Vi ricorda qualcosa? In realtà di rinvio in rinvio, di mese in mese, abbiate pazienza oggi, abbiate pazienza domani stavano messi così già da quattranni poracci. Allora ai cagliaritani gli viene in mente di mettersi a pregare. Come dargli torto. Quattro anni chiusi in casa, con le mascherine e a fare pane: insomma du palle. E pregano Sant'Efisio. "Efisio per favore liberaci da sta peste, che non ne possiamo più qui di cantare nei balconi, il lievito non si trova più e il cane ci odia talmente tanto che ha imparato a farla nel water" (mmmmm... ce l'avevano il water nel 1656? 😕). Allora Efisio, di buon cuore lui, gli dice: "ok, no problem. Che ci vuole? Ma voi in cambio cosa mi date? Mica qui si fa niente per niente" 😑 "Effì che ti diamo? Qui i negozi sono chiusi, non ci vendono neanche tutto, per comprare due matite bisogna andare negli angoli delle strade come spacciatori, poi stiamo tutti cò le pezze al culo (perdonaci Effì la licenza poetica)" ed Efisio dall'alto della sua infinita magnanimità "allora ogni anno mi portate fino a Nora, così mi faccio un weekendino lungo". Vai Effì, affare fatto, stretta di mano, mignolino con mignolino, e la peste puff! non c'è più.
E così fu. Dal 1656 ad oggi, ogni anno Sant'Efisio viene portato da Cagliari a Nora e ritorno... Sotto tutte le condizioni atmosferiche e sotto i bombardamenti della guerra. Quest'anno ti ci portano quasi in solitaria a Nora Efisio, in fondo però una promessa è una promessa. Ricordati l'autocertificazione!
Francy
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