Festeggiare il compleanno al quarantaquattresimo giorno di reclusione.
Riuscire a fare una torta bellissima (ai miei occhi e per le mie capacità) con la complicità del capo e maritozzo.
Ricevere persino tre regali... che di sti tempi mica si può reperire di tutto, un libro di ricette che attenterà pericolosamente alla mia già molto precaria dieta. Una matita per gli occhi perché si, qui ci si trucca ogni giorno altrimenti davanti allo specchio è peggio dell'urlo di Munch. Un pacchetto di cioccolatini al liquore che male che vada ci buttiamo sull'alcool. E poi il regalo più ambito, che i diamanti checenefacciamoepoimicacelimangiamo, quello per cui maritozzo ha dovuto combattere contro cavalieri, draghi ed eserciti di vecchiette, riuscendo ad uscirne sanguinante ma vittorioso: un pacco di farina con lievito madre. Il vero e solo e unico oggetto del desiderio.
E come si dice, evidentemente bisogna provarle tutte? Anche il compleanno in quarantena.... Insomma, io alla fine non sono neanche così curiosa... Si poteva pure lasciare qualche territorio inesplorato nella vita. No evidentemente no.
Francy, per gli amici venticinquenne, per l'anagrafe 🙊
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